domingo, 15 de agosto de 2010

Vorrei essere fontana dai gettiti profondi come fiumi
per raggiungerti e inondarti di sorrisi smisurati…
Vorrei salire le corde dei tuoi violini festosi
per lasciarci dondolare stupefatti di luce, di baci e di parole proibite…
Vorrei che le tue braccia di pane profumato
mi sfiorassero ad ogni mattina di sole
recandomi il soffio caldo del tuo pensiero ristoratore,
il conforto della tua voce integra,
della tua voce finalmente rasserenata…
Vorrei sentire la pioggia sferzarci la pelle con ardore,
le nostre gambe muoversi al ritmo di costellazioni mobili
e respirarti avidamente nell’aria,
come un’essenza vitale
come un profumo di primavera…
Vorrei sentire la tua edera misericordiosa e feconda allacciarsi ai miei fianchi
e nei campi le spighe inchinarsi al miracolo del tuo corpo v

fino ad appartenerci,
come si appartengono le cose tutte,
i germogli umili alla terra,
i castelli di sabbia ai bambini,
i bisbigli amorosi all’anima di un dio gentile…
Seminando petali sui tuoi passi
seminando petali sulla sabbia
per non farti invecchiare
vorrei così morire,
dolcemente,
come nelle notti d’estate
le bianche cicale sfinite da interminabili giochi d’amore…

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